[6/7] la fase 2 e l’Arcangelo Michele

Quando, camminando pensierosa, faccio incontri imprevisti.

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Inizio della fase due e l’Arcangelo Michele, anno 2020

Camminavo pensierosa, la settimana scorsa, in una strada deserta per arrivare a casa. 

Guardavo e non vedevo, presa dai miei pensieri perchè a volte, dopo aver molto fatto, non resta altro che pensare.

Arrivata quasi sotto casa ho visto questo santino in terra e si sono fermata. Ci ho pensato un po’, perchè mi è stato insegnato che non si raccolgono le cose da terra (a meno che non siano soldi, educazione che mi ha trascinato in altri pensieri mentre troneggiavo sul santino che giaceva sull’asfalto in mezzo ai miei piedi).

Mi sono guardata intorno, a cercare di capire chi potesse averlo perso, ma non c’era nessuno.

Ho pensato ai microbi, al virus che si attacca ovunque, alla mascherina che indosso per proteggere gli altri sperando che gli altri abbiano deciso di proteggere me, un atto di fiducia che ci ha vincolato in questi lunghi mesi in una quarantena su cui sono stati scritti fiumi di parole, ma che ora ha lasciato strascichi su di me, una sindrome post traumatica che ancora non ho ben capito come si manifesta, ma che sicuramente soffro (i suoni duri delle parole sindrome e trauma ben evidenziano a me sola che sono malata di qualcosa che non comprendo).

Mi sono chinata, e con la circospezione di chi ha trovato un portafoglio zeppo di soldi ma senza proprietario, l’ho raccolto. “Non si fa” mi ha detto quella parte ipercritica di me “è pieno zeppo di microbi, il virus ora sale dalla tua mano fino alla bocca e al naso, ti troverai intubata e morirai da sola e non potrai nemmeno dirmi che te lo avevo detto!”. “Ma piantala !” ho risposto a me stessa e ho guardato l’immagine con un’iconografia da anni Sessanta che mi ha riportato ai miei tempi dell’infanzia, quando le immagini spettacolari dei santi appesi nella scuola delle Dorotee era fonte di arricchimento emotivo e di problemi di attenzione “Questa bambina non è matura” diceva severa suor Speranza a mia madre che mi stringeva troppo forte la mano e poi mi guardavano entrambe e arrabbiate mi dicevano “ devi maturare!” e io non sapevo dove sbagliavo.

Salita in casa ho riposto il santino in una scatola dove metto le carte che a volte trovo per strada (tra cui la foto di un signore nato nel ‘58 e morto nel 2009 e che sempre ho trovato in terra molti anni fa e siccome mi guardava con un’intenzione che aveva in sé qualcosa di disperato non ebbi il coraggio di lasciarlo lì e me lo portai a casa). 

Ieri ho ripreso in mano il santino perchè La Combattente mi ha detto:” è il santo contro i diavoli, sono preparatissima, come figlia di fervente cattolica praticante ho Santini di tutti i tipi, il mio collega prete ha detto che non si devono mai buttare via…”

Ed effettivamente San Michele è ritratto in tutta la sua bellezza maschile, con il piede sinistro sopra la testa di un Diavolo, il braccio destro alzato che tiene una spada di ferro, il mantello d’oro che svolazza, l’armatura che gli protegge il corpo,la mano sinistra che regge una bilancia e sotto le fiamme dell’Inferno.

Oggi mi piace tanto l’Arcangelo Michele e mi fa venire in mente i pensieri che avevo da bambina su di lui, ma questa è tutta un’altra storia.

Dietro c’è una preghiera che lo chiama Principe della Milizia Celeste; un esercito di angeli soldato che rispondono a lui nella universale battaglia del Bene contro il Male, questa lotta continua a cui l’umanità tutta è soggetta, uno splendore di nuvole e fiamme e canglore di armi ferrose, azioni violente e determinate per sterminare il Diavolo perchè gli angeli non sono così “buoni” come vogliono farci credere, e via così, mi perdo nella mia mente e costruisco mondi lontani, dove gli angeli sono soldati e io non sono costretta a preoccuparmi del mio piccolo futuro.

Fosse anche solo per questo motivo, da oggi in poi porterò con me l’Arcangelo Michele.

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Musiche originali di Massimo Moretti per MaxMoreMusic

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