capitolo 3- ore 10:00

ORE 10.00 

L’udienza era durata sì e no tre minuti. Più i trenta di attesa in piedi in corridoio. 

Jacopo aveva attraversato la sala in fondo alla quale era seduto il giudice in maniche di camicia. Al suo fianco l’usciere e una pila impressionante di documenti. 

Si era avvicinato al bancone, si erano scambiati due brevi frasi, aveva consegnato i documenti processuali che doveva mettere agli atti e poi aveva firmato. 

– Grazie e arrivederci. 

Nessuno gli aveva risposto. Il giudice cercava di sbottonare il colletto della camicia mentre il suo cellulare aveva iniziato a vibrare sul tavolo. L’usciere stava preparando le carte della causa successiva. 

– Avvocato, ha fatto? 

Anche la voce di Chiara, così apprensiva e timida, gli era parsa in quel momento assolutamente fuori luogo: con quella lunga coda di cavallo nera, gli occhiali un po’ vecchio stile, le spalle dimesse e leggermente curve, nulla di lei era adeguato in mezzo a quel codazzo di donne che chiacchierava animatamente nel corridoio in attesa di essere chiamate dal giudice. 

La faranno a pezzi, qua dentro Chiara. 

L’aveva pensato ma non l’aveva detto. 

Invece disse: 

– Sì Chiara, grazie, ho fatto. 

– Allora vado? Ci vediamo in studio? 

– Sì, vada vada, ci vediamo là . 

Scesero insieme in ascensore, in silenzio, Jacopo immerso nei suoi pensieri, lei che pareva avvolta dal vuoto con uno sguardo assente. 

* * *

(- Prendiamo l’ascensore? 

aveva chiesto lei. 

Jacopo l’aveva guardata un po’ stupito. 

– Ma tanto siamo al secondo piano… 

ma nel frattempo aveva premuto il pulsante dell’ascensore. L’androne era un po’ scuro e calmava la luce intensa che giugno aveva proiettato su di loro. 

Le porte si aprirono, entrarono, lei per prima e lui dopo. Lei schiacciò il pulsante dell’ultimo piano. Poi si voltò verso di lui mentre le porte si chiudevano e gli si posò contro con tutto il suo peso. Era morbida, calda, avvolgente. Jacopo l’aveva baciata e aveva lasciato che lei gli si avvinghiasse e lo premesse contro lo specchio dell’ascensore. Lui sentì i seni che si premevano contro il suo petto, e vide che lei aveva chiuso gli occhi. Lei aveva sentito che lui si era irrigidito e una parte forte e dura di lui premeva contro il suo ventre. 

[continua]

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